Il 2018 è iniziato, professionalmente parlando, con la realizzazione di un evento al quale collaboro da tre anni e che in questa edizione ha ospitato al suo interno una onlus che opera in Italia e all’estero a favore di bambini e ragazzi.
Incontrare questo gruppo di persone dedicate a progetti educativi e di vario sostegno, per l’infanzia e l’adolescenza è stata un’occasione di approfondimento; ho verificato personalmente tante situazioni di disagio economico e difficoltà, nelle quali si trovano bambini e ragazzi italiani. Ho scoperto che esiste l’adozione in vicinanza, che dà l’opportunità di sostenere l’educazione scolastica di quei bambini che, oggi in Italia, non possono permettersi di andare a scuola, qualcosa che sino a qualche anno fa, per noi italiani, era impensabile, in quanto toccati dalla povertà in dimensioni estremamente ridotte. Ma la crisi economica mondiale ha cambiato tutto e, come spesso accade, chi ne sta facendo le spese sono i più piccoli. Siamo molto preoccupati per il nostro futuro, ma teniamo lo sguardo puntato esclusivamente sulla nostra vita quando, nella realtà, la qualità del nostro futuro, inteso come futuro dell’umanità, dipende da quanto saremo in grado di sostenere la crescita e l’educazione di bambini felici, nutriti, scolarizzati e in grado di sviluppare un pensiero libero e indipendente
C’è molto da fare e ognuno di noi può dare un contributo; è fondamentale conoscere bene l’onlus alla quale devolvere delle risorse, per questo motivo, condivido l’intervista che Mission Bambini mi ha fatto in occasione del Beautiful Day, dove trattiamo con chiarezza la natura dei loro progetti e della collaborazione con Ekis.
I più giovani sono il futuro, anche il nostro.
Mi chiamo Roberta Marchi e scrivo per aiutare brand e persone a incontrarsi, sia in digitale che live.
Mi appassiona la visione d'insieme e la creatività, che senza analisi è nulla. Credo nella comunicazione che rilascia ispirazioni, come quelle che ho ricevuto viaggiando; l'incontro con culture diverse mi ha insegnato a contaminare le mie certezze per non sentirmi mai troppo al sicuro e restare disponibile al cambiamento.