Mentre correvamo come pazzi dentro a un cortocircuito di consumo della Terra e di noi stessi, qualcosa di molto piccolo e invisibile si è insinuato nelle nostre vite e, nel tempo, non solo ci ha fermati, ha cambiato l’ordine delle cose.
Guardandomi intorno, nello spazio virtuale, mi chiedo se tutti sono consapevoli di questo arresto, che va ben oltre il divieto di uscire di casa.
La fermata qui sa di qualcosa di più profondo e strutturale, in primis perché non abbiamo un orizzonte temporale certo di ripresa e secondo perché non sappiamo come sarà questa ripresa: tutto ripartirà come prima, o dovremmo costruire un modo nuovo di fare le cose?
Viaggiando tra media e social salta all’occhio la dissonanza fra lo stop potente che è stato dato alle nostre vite e l’incapacità di valorizzare il silenzio, che dovrebbe scandire questo momento; questo vale sia per i brand che per le persone, salvando alcuni illuminati che hanno già compreso il futuro.
Dall’inizio di questa crisi a oggi, ho visto iniziative pubblicitarie fortemente fuori contesto, ma soprattutto ho visto l’incapacità di silenziare questa comunicazione urlata, che spinge, che continua a “consumare” e a chiedere attenzione, al posto di semplificarsi e accompagnare le persone dentro alla difficoltà, facendosi supporto.
Gli hashtag lanciati da molte città con lo slogan che inneggiava al fatto che quella città non si sarebbe fermata, quando tutto era già fermo, mi hanno dato una misura chiara di quanto la comunicazione in quel momento fosse distante dalla realtà.
Per questo ho cominciato a riflettere e a chiedermi come sarà il futuro del mio settore, cosa cambierà o meglio cosa dovrà cambiare; osservando come si stanno muovendo i players più importanti e i brand virtuosi, capisco che la direzione è chiara.
Eventi e comunicazione nella nuova Era
Partendo dall’assunto che nulla potrà mai sostituire l’incontro dal vivo con le persone, dovremmo necessariamente venire a patti con la realtà e comprendere che i brand da noi si aspettano un’idea nuova per arrivare a tutti, nel rispetto e nella protezione di persone e pianeta.
Sarà la sostenibilità la base di ogni iniziativa, una parola a cui restituire un significato sostanziale, di azione concreta e non solo di forma.
Penso a eventi a km 0, che raggiungano le persone nelle loro città e non viceversa, che favoriscano lo streaming laddove è possibile, e la virtual exhibition; parlo di qualcosa che già utilizziamo e che andrà potenziato dal punto di vista tecnologico, per essere inserito nei progetti con un’idea.
Chi riuscirà a interpretare correttamente la realtà potrà sviluppare le idee più preziose, che terranno conto di un nuovo sentire e del fatto che oggi il mondo intero è cosciente di essere vulnerabile: è da questa considerazione che brand e agenzie dovranno riprogettare le parole e gli eventi.
I brand che avranno successo
Le discipline energetiche ci segnalano che siamo entrati nell’Era dell’Acquario e che attraverso grandi sconvolgimenti si accederà a un modo di vivere scandito dagli ideali.
Dalla tutela dell’ambiente a quella dei più deboli, emergeranno umanità, spiritualità e un approccio finalmente misurato al materialismo.
Al momento possiamo registrare i “grandi sconvolgimenti” e personalmente so che per beneficiare di questa nuova energia, dobbiamo attivare qualcosa dentro di noi, per svilupparla e farla nostra con l’obiettivo di diventare migliori.
I brand che avranno successo in questa nuova Era, saranno quelli disposti a passare dall’utilitarismo alla sostenibilità, attraverso degli scopi chiari e la responsabilità sociale.
La differenza la faranno i brand che sapranno ripartire da subito senza fretta, un passo alla volta, consapevoli di dover utilizzare una velocità che tiene conto delle persone e del fatto che la loro vita è cambiata.
Avranno successo i brand che ripartiranno consapevoli che niente sarà più come prima e che un nuovo passo, più lento e sostenibile, segnerà la volontà e la capacità, rispetto al passato, di fare meglio.
Mi chiamo Roberta Marchi e scrivo per aiutare brand e persone a incontrarsi, sia in digitale che live.
Mi appassiona la visione d'insieme e la creatività, che senza analisi è nulla. Credo nella comunicazione che rilascia ispirazioni, come quelle che ho ricevuto viaggiando; l'incontro con culture diverse mi ha insegnato a contaminare le mie certezze per non sentirmi mai troppo al sicuro e restare disponibile al cambiamento.