Trovo la parola identità molto ricca, per significato e suono: all’interno ha il maschile e il femminile di ID, ha la luce e l’apertura della A e il rotondo della N: insomma, una parola che suona e che, non a caso, combinata (identità di marca) scandisce i termini della personalità di brand e prodotti.

Dal latino identitāte, deriva da īdem e significa “proprio quello”; diverse sono le definizioni che puoi trovare:

  • insieme di caratteristiche che rendono qualcuno quello che è, distinguendolo da tutti gli altri
  • consapevolezza di sé in quanto individuo stabile nel tempo e differenziato dagli altri

ma anche:

  • uguaglianza contenente delle variabili, verificata per ogni valore attribuibile a queste.

La seconda definizione indica un “individuo stabile nel tempo”, tradendo l’esistenza della perenne impermanenza che governa le nostre vite e noi stessi, come fenomeni in costante evoluzione.

Un concetto che viene in parte riabilitato nella terza definizione, dove si scorge la possibilità di “variabili” presenti in questa “uguaglianza” che va compresa in quell’idem, dal quale nasce la parola identità.

Un processo che non capita per caso

La creazione di un brand azienda/persona, insieme a quella di prodotti e servizi, richiede un grande investimento di tempo e capacità; il valore di questa costruzione non è mai immediatamente misurabile e si manifesta grazie alla costanza delle azioni strategiche di comunicazione.

Ti hanno insegnato che l’identità di marca, nel suo sviluppo identità di brand, una volta definita, è legge, rimane immutabile nel tempo perché è in questo modo che (brand o prodotto) diventa riconoscibile; una regola aurea dalla quale è difficile dissentire, a meno che non si stia affrontando una pandemia, che richiederà uno sforzo creativo eccelso per comunicare decentemente (sic) durante, ma soprattutto dopo.

Servirebbe tornare studenti per un bell’approfondimento sulla comunicazione al tempo delle calamità naturali, mondiali e durature!

E dato che non ci sono case study a cui aggrapparsi, ti consiglio di osservare la realtà per trovare le risposte.

Se l’essere umano e la natura sono in costante evoluzione, come rimanere fedeli a sé stessi, in quell’idem imposto dalla comunicazione?

Brand, prodotti e servizi sono entità create dalle persone e se le persone evolvono costantemente possiamo emanciparne anche l’identità; per fare questo lavoro dovrai rintracciare i cambiamenti che stanno avvenendo nei cuori delle persone, quindi all’interno delle aziende, per ripartire con lo studio del brand.

Non si tratta di stravolgere l’intera brand identity aziendale, ma di portarla a un livello superiore; le marche hanno bisogno di manifestare il cambiamento che stanno affrontando e di arricchire con esso il proprio idem, modificando quello che serve a renderle aderenti a ciò che sono oggi.

Creare un brand in costante evoluzione

Per recuperare un po’ di spinta creativa, sarà salvifico abbandonare per un momento le granitiche identità alle quali stai lavorando, come propone Elena Ferrante, in questa profonda intuizione sul significato della parola:

L’identità è la colla della molteplicità. Colla trasparente. Basta uno sguardo per accorgersi che negli occhi del singolo, dietro l’etichetta del nome e del cognome, c’è una folla molto varia di spettri. «Io sono io» è una semplificazione, utilissima per tenere in ordine noi stessi ma, come ogni possibile identità dentro cui ci ingabbiamo o siamo a forza ingabbiati (sessuale, religiosa, nazionale, politica, sociale), è limitativa, ci impoverisce. Separarsi da «io sono io» almeno per un po’, uscire da quel recinto specialmente nelle attività di invenzione o reinvenzione del mondo, apre uno spazio sterminato dove niente e nessuno resta identico e poi identico e poi ancora e sempre identico.

In questo lavoro di reinvenzione del mondo, ricordati che il tuo target, là fuori, la sua identità l’ha modificata da settimane e ha davanti a sé un futuro di ulteriori evoluzioni.

 

Essere umano, copywriter, UX writer & event designer at Linguaggi Umani | info@robertamarchi.com | Website

Mi chiamo Roberta Marchi e scrivo per aiutare brand e persone a incontrarsi, sia in digitale che live.

Mi appassiona la visione d'insieme e la creatività, che senza analisi è nulla. Credo nella comunicazione che rilascia ispirazioni, come quelle che ho ricevuto viaggiando; l'incontro con culture diverse mi ha insegnato a contaminare le mie certezze per non sentirmi mai troppo al sicuro e restare disponibile al cambiamento.