Il refuso è diventato un amico, hai fatto l’abitudine al tuo refuso, a quelli degli altri e probabilmente hai sviluppato empatia nei confronti della velocità, la miglior serial killer di testi che potevano avere successo.
Ma non l’unica, perché a volte anche grammatica e ortografia fanno le bizze, i concetti si possono confondere e le informazioni non essere del tutto corrette.
Andiamo per step, partendo dal significato di refuso: dal latino refūsu, participio passato di refŭndere “riversare, rimescolarsi”; in tipografia lettera di altro stile, serie o famiglia usata erroneamente in una composizione | ogni errore di stampa (refuso di stampa).
Dalla definizione dello Zingarelli viene il dubbio che non sempre si azzecchi il significato di refuso, a volte utilizzato per definire errori diversi, da quelli di stampa.
Refusi: le cause degli errori che finiscono nei testi
Ho accennato alla fretta che può far sbagliare anche chi ha conoscenza e competenza, spesso però la causa degli errori che troviamo in uno scritto sono il risultato di un insieme di ostacoli:
Il refuso risulta l’effetto finale di lacune che stanno a monte, magari perché scrivi i testi per la tua azienda ma non è il tuo lavoro; se invece scrivi per lavoro, ma non hai avuto la possibilità di formarti in maniera specifica, puoi trovarti a combattere con gli stessi problemi che avrebbe chiunque, ma con maggiore dispiacere.
Da tempo abbiamo imparato che l’improvvisazione non paga, che le competenze valgono e che le parole e la scrittura sono armi potenti, con le quali possiamo costruire o distruggere. Pensare di trattare testi pubblici, che quindi vengono divulgati sia on che offline, senza avere specifiche competenze non produce i risultati sperati, perché la forma è contenuto.
Il messaggio di un testo è efficace quando mantiene in perfetto equilibrio forma e contenuto; ogni refuso, errore grammaticale o concettuale, come ogni fallacia, farà perdere rilevanza alla comunicazione. Ne consegue che anche chi promuove quella pubblicazione (brand, istituzione, persona) subirà un danno.
Come limitare refusi ed errori concettuali nella prima bozza
Primo step
Prima di iniziare a scrivere chiediti cosa vuoi dire, facendo emergere, possibilmente con un’unica parola, l’argomento che vuoi trattare:
Secondo step
Al termine della prima bozza chiudi a fai altre cose, in modo che passi qualche ora prima di riprenderla in mano; rileggendo il testo dopo un po’ di tempo, noterai le discordanze soprattutto di significato e verranno a galla anche i primi errori di battitura e grammatica.
Leggi ad alta voce e se puoi fai leggere il tuo testo ad altri: anche il lettore di Word va bene, nel caso non ci sia nessuno disponibile per te nei paraggi.
Fai le correzioni e lascia passare ancora un po’ di tempo, anche solo mezz’ora se hai fretta (killer), riguarda il testo e se non avevi l’incarico di scrivere la versione newage del Don Juan, dovresti poter pubblicare senza troppe ansie.
L’attività iniziale, quella che avviene prima di scrivere, se fatta bene, ti eviterà le seccature causate da refusi, fumosità del discorso, incongruenze e informazioni non corrette.
Ancora meglio sarebbe poter affidare il testo alla revisione, un’attività fondamentale per qualsiasi pubblicazione, che richiede l’intervento di una persona esterna (copy editor o correttore di bozze) alla quale affidare il processo di correzione.
Terzo step
Revisione di bozze: come si fa
Se il problema nei testi fossero solo i refusi sarebbe facile rimediare, nella realtà oltre al refuso c’è di più; un testo può contenere degli ostacoli alla lettura che entrano nel tuo scrivere senza che tu ne sia pienamente consapevole:
Potrei continuare, ma ritengo che questi siano gli ostacoli più comuni e insidiosi che incontrano le persone quando scrivono, chi più chi meno.
Qui entra in gioco la revisione, quel processo di correzione che permette al testo di essere sistemato con l’obiettivo di pubblicare uno scritto curato, che potrà essere letto facilmente, compreso e magari anche apprezzato.
Chi si occupa di correzione di bozze ha seguito un percorso di studi dedicato a questa professione, che garantisce di poter lavorare anche ad alti livelli di editoria; se stai gestendo un lavoro di scrittura meno complesso puoi tranquillamente rivolgerti a copywriter che abbiano professionalità e amore per la scrittura: con queste caratteristiche avranno certamente sviluppato abilità anche nella revisione.
Si parte da un foglio di Word che, attivando il pulsante “revisioni” diventa l’area di lavoro fatta di modifiche correlate da commenti, che la persona che ha scritto il testo potrà accettare o rifiutare.
Settare la modalità revisione è cosa piuttosto semplice, in questo video trovi tutti i passaggi necessari per iniziare a lavorare.
Una buona pratica, in mancanza di copy editor, è quella di scambiare gli scritti con le persone che lavorano con te e di “revisionarsi a vicenda”; correggere un testo scritto da altri è più semplice perchè ci permette di vedere il più piccolo refuso, ma anche incongruenze difficili da stanare da ciò che scriviamo in prima persona.
Errore di battitura, grammatica e sconcezze varie
Se in questo articolo commettessi il crimine di sbagliare un congiuntivo, sono quasi certa che ti faresti una pessima idea di me quanto della mia professionalità, e faresti bene.
La forma influenza il contenuto sempre; ripeti questo mantra all’infinito e alzerai naturalmente la tua soglia di attenzione, poi tieni accanto a te alcuni strumenti.
Errori di grammatica e sconcezze varie:
Ho preparato una mini-guida, nella quale ho inserito esempi dei tranelli più classici nei quali si rischia di scivolare. Puoi salvarla e usarla come promemoria. Refusi_mini-guida_pdf
A questo punto hai qualche dritta per iniziare personalizzando il tuo modello di Word; crea le tue regole di stile, dal tipo di virgolette che vuoi usare, al carattere e formattazione del foglio, poi imposta le revisioni come indicato nel video. Sono piccoli accorgimenti che ti aiuteranno a prevenire gli errori, poi revisione e correzioni faranno il resto.
Infine
Fact checking deve essere il tuo imperativo.
Considera revisione e correzione di bozze come parte integrante del processo di scrittura, soprattutto se hai la possibilità di farla fare da altri e non sentirti mai in difetto nel momento in cui emergono errori.
Come dice Mary Norris, copy editor di The New Yorker, correggere è “fare in modo che chi scrive possa essere apprezzato al meglio”, e dato che chi scrive sei tu, ne vale la pena.
Mi chiamo Roberta Marchi e scrivo per aiutare brand e persone a incontrarsi, sia in digitale che live.
Mi appassiona la visione d'insieme e la creatività, che senza analisi è nulla. Credo nella comunicazione che rilascia ispirazioni, come quelle che ho ricevuto viaggiando; l'incontro con culture diverse mi ha insegnato a contaminare le mie certezze per non sentirmi mai troppo al sicuro e restare disponibile al cambiamento.